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I campanari di Renazzo

 

Si stagliano nel cielo tutto il giorno, di notte, con il sole, se nevica. Anche quando piove. Quasi non li vediamo, ormai li diamo per scontati, ma ce ne sono tanti.

 

E suonano! I nostri campanili sono vivi. Allegramente vissuti dai campanari; un folto gruppo di energici giovani che facendosi carico di secoli di tradizione ha riaperto e dato voce ai tanti campanili della nostra pianura.

 

I più esperti tengono lezioni di suono a doppio alla Bolognese, della tecnica a trave o dello scampanio per formare nuove leve e tramandare questa desueta passione. Sui campanili o in una vera e propria scuola dove si può utilizzare uno splendido castello di campane mobili. Sintonia, ritmo, forza e spirito di squadra per affrontare una suonata a festa, un servizio a corredo di una celebrazione liturgica o una gara fra campanari.

 

La cella campanaria è un luogo magico, fuori dal tempo. Custodisce i preziosi bronzi e viene trattata con molto rispetto; ordine, disciplina, ogni ciappo e ogni puntello al suo posto e pochi schiamazzi. Spalancando gli ampi finestroni di queste architetture alla Bolognese uno sguardo alla nostra terra: una vista piacevole e inconsueta di tetti, distese di campi, incroci di strade incontrando l’orizzonte ai colli euganei o alle colline bolognesi.

 

Una regola: non deve mancare mai una bottiglia di buon vino per due chiacchiere in compagnia ad organizzare l’appuntamento successivo, prima di scendere le scale.

 

Elegante e potente: un bronzo musicale unico, progettato e fuso; decisa e vibrante la sua nota; i decori la datano come un documento d’archivio. Non una uguale ad un'altra. Ogni melodia è un’intima sintonia fra il campanaro e la sua campana.

 

Alba Balboni

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